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XVIII Assemblea nazionale di Clio '92 - Resoconto del convegno.

 

PESARO 14 MARZO 2015 

Nell'ambito della XVIII Assemblea nazionale di Clio '92 che si è tenuta il 14 e 15 marzo 2015 a Pesaro si è svolto un convegno nazionale sul tema

RACCONTARE IL PASSATO TRA FINZIONI E STORIA
 

 

Il resoconto delle relazioni presentate è a cura di Ernesto Perillo 

 

Isabella Zanni Rosiello, I romanzi e i film: due particolari tipi di fonti (Scarica la relazione)

Nella prima parte del suo intervento la relatrice ha indagato il rapporto tra storiografia e fonti, dimostrando come esso si sia modificato nel tempo, soprattutto dagli anni 80 del secolo scorso allorquando si è andata imponendo una varietà di forme storiografiche e l'uso di fonti inusuali.

Gli storici nel confronto con i letterati hanno soprattutto esaminato la questione delle possibilità conoscitive dei romanzi e riflettuto su come la storiografia possa utilizzare tecniche e modalità proprie della scrittura letteraria.

Accanto ai romanzi, anche i film possono essere fonti con una loro specificità/complessità non facile da esaminare. A ciò si aggiunge la difficoltà di descrivere il film utilizzando il linguaggio verbale del tutto diverso da quello iconico con il rischio dell'impoverimento del messaggio da esso veicolato.

La riflessione è proseguita con riferimento al volume I donchisciotte del tavolino.

Nei dintorni della burocrazia, Viella (2014),  (http://www.viella.it/libro/873) la recente pubblicazione di Isabella Zanni Rosiello.

Oggetto della ricerca gli impiegati di basso livello, addetti a mansioni di tipo esecutivo (scrivani, copisti, segretari) con lo scopo di indagare la loro attività lavorativa e vita privata. In assenza di documenti, sono stati utilizzati come fonti tre romanzi [Ennio De Marchi, Demetrio Pianelli (1890) http://it.wikipedia.org/wiki/Demetrio_Pianelli; Piero Jahier, Le risultanze in merito alla vita e il carattere di Gino Bianchi (1915 e poi nel 1966); Carlo Montella, Incendio al catasto (1956)] e due film [Le miserie dei signor Travet (1946) http://it.wikipedia.org/wiki/Le_miserie_del_signor_Travet; Policarpo ufficiale di scrittura  (1959) http://it.wikipedia.org/wiki/Policarpo,_ufficiale_di_scrittura  entrambi di Mario Soldati)]. Dopo aver illustrato l'approccio ai prodotti letterari e filmici presi in esame, la relatrice ha riaffermato l'utilità di mettere in relazione e fare confronti tra settori diversi come la storiografia, la narrativa e il cinema, superando la rigidità dei rispettivi confini senza abbatterli del tutto.

 

Emilio Franzina, Il milite ignoto: una storia quasi vera? Come e perché uno storico diventa romanziere

La riflessione ha preso avvio dalla constatazione delle invasioni di campo dei letterati  nel terreno storico e degli storici in quello della finzione narrativa. Per quanto riguarda il relatore questa invasione di campo è cominciata venti anni fa, con la pubblicazione del libro Dall'Arcadia in America. Attività letteraria ed emigrazione transoceanica in Italia (1850-1940), Torino, Fondazione Giovanni Agnelli (1996). Da storico dell'emigrazione mi ero accorto, ha detto Franzina,  che non c'era un interesse specifico degli storici della letteratura su questo tema: nessuno dei critici letterari aveva ragionato sulla mancanza di un'opera letteraria degna di questo nome sull' emigrazione (mentre, all'opposto,  questo tema  era assolutamente presente nella paraletteratura) in concomitanza dell'ascesa dei flussi migratori italiani.

Altra invasione di campo, l'ultimo libro pubblicato: la storia /quasi vera del  milite ignoto (2014). http://www.donzelli.it/libro/9788868430801. Il relatore ha raccontato come è nata l'idea di narrare la vicenda di un  emigrante italiano che decide di ritornare in patria a combattere nel 1915 (1) A monte una ricerca che dura da 15 anni (2) e  un copione di una lezione-spettacolo sulla grande guerra (a  partire dal rovesciamento del mito nazionalista e retorico dei caduti come eroi, il cui esempio più straordinario è il milite ignoto) che poi è diventato (grazie anche alla spinta dell'editore Donzelli) un romanzo.

Un romanzo che è un mix di invenzione/immaginazione e di informazioni e dati storicamente documentati. Il narratore, ha concluso Franzina, può dire cose che sono difficili/impossibili da dire per lo storico: per es. il mondo interiore del protagonista, la compresenza di sentimenti contrastanti (patriottismo e disfattismo), di appartenenze diverse (il Brasile e l'Italia).

 
 

Ivo Mattozzi, Opere di finzione storica nell'insegnamento: quale potenzialità formativa? (Scarica la relazione)

La relazione ha preso avvio dal riferimento al libro Aristotele detective della scrittrice canadese Margaret Doody e dalla recensione che ne ha fatto Alice Bencivenni (3) del Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell' Università di  Bologna, sulla rivista Storicamente. http://storicamente.org/bencivenni_aristotele_detective(4)

Ci sono ormai moltissime opere artistiche che rappresentano la storia (5) Molto spesso la lettura di questi libri avviene senza attenzione alle conoscenze storiche veicolate. E' invece  possibile un loro uso virtuoso per l'insegnamento della storia? Alcune indicazioni le troviamo già nel Bollettino Clio n. 3 http://www.clio92.it/index.php?area=3&menu=11&page=681  e nel Quaderno Clio n. 14 http://www.clio92.it/index.php?area=3&menu=13&page=682.  Non si tratta di abbandonare la  formazione di conoscenze di  storia generale, ma di capire come meglio usare didatticamente le rappresentazioni artistiche e far scrivere di storia gli studenti usando anche linguaggi di finzione.

Per  reagire positivamente a queste rappresentazioni artistiche e usarle bene didatticamente (per ricavare informazioni storiche da integrare con quelle che già possediamo)   ci vogliono conoscenze previe, curiosità e interesse, il gusto di andare oltre le conoscenze apprese  e di reagire criticamente.

A scuola dobbiamo far in modo che siano privilegiate le attività cognitive  sulla parte storica portata in primo piano dalle opere che decidiamo di usare, opportunamente selezionate, commisurate alle possibilità degli alunni, scrupolosamente  attrezzate per il loro processo di apprendimento.

L'obiettivo è arrivare a una storia generale aumentata (grazie ad un plus di informazioni storiche veicolate dalle rappresentazioni artistiche) o, partendo dalle rappresentazioni artistiche, imparare a valutarne la congruità e l'attendibilità storica.

 


[1] Furono circa 300.000 i riservisti che risposero alla chiamata alle armi e si arruolarono nell'esercito italiano in guerra.

[2] Che può contare su una documentazione molto ampia, non solo le fonti tradizionali, ma anche scritture private, lettere, autobiografie.

[3] Alice Bencivenni, Aristotele Detective. Tra fascino della storia e fascino delle storie, "Storicamente", 9 (2013), no. 8.

[4] Secondo la studiosa bolognese: "Doody, in modo alquanto intelligente, fa di lui [Il detective Aristotele] il protagonista di una fiction filologicamente ineccepibile dal punto di vista delle ricostruzioni storiche e sorprendentemente vivida e fedele nel riprodurre le dinamiche della vita politica, in senso etimologico, dell'Atene degli anni 30 del IV secolo a.C., superando grazie all'arte narrativa le grigie descrizioni manualistiche moderne sulle istituzioni ateniesi, rendendo genuine e immediatamente comprensibili le molte facce della società antica e toccando direttamente, attraverso il verosimile, il vero".

[5] Tra gli altri, il relatore ha citato il romanzo di Amitav Ghosh Lo schiavo del manoscritto http://www.neripozza.it/collane_dett.php?id_coll=4&id_lib=515 (offre una importante chiave di lettura dei commerci dell'oceano indiano che erano poi in relazione con i traffici che si svolgevano nel Mediterraneo) e alcuni recenti film a contenuto storico.

 

 

 

 
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