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Elenco Pagine
- Tesi sulla didattica della storia
- 1. Un'associazione di insegnanti ricercatori
- La storia da insegnare
- 3. La mediazione didattica
- 4. Per un curricolo di operazioni cognitive
- 6. L'insegnamento della storia e i valori
- 7. L'insegnamento della storia Obiettivi
- 8. L'uso della conoscenza storica
- 9. Insegnamento e formazione del cittadino
- 10. Studio della storia e uso pubblico
- 11. Storiografia e storia insegnata
- 12. Storia insegnata e storiografia
- 13. Curricolo e nuove tecnologie informatiche
- Storia locale e curricolo verticale di storia
3. La mediazione didattica
3a. Dall'insegnamento trasmissivo alla mediazione didattica
Il modello standard dell'insegnamento della storia è fondato sulla triade lezione frontale-studio manualistico-interrogazione. Il docente attraverso la lezione trasmette una quantità di informazioni sul passato intorno a fatti, valutazioni, interpretazioni, significati che lo studente ritroverà sul proprio manuale (precedentemente scelto e assegnato dal docente stesso) e dal quale, attraverso uno studio prevalentemente di tipo mnemonico, riterrà quelle informazioni che la lezione del docente lo ha spinto a considerare rilevanti, per poi riferirle al docente in sede di verifica degli apprendimenti. La storia viene insegnata e appresa come disciplina in cui sono messe in gioco sostanzialmente abilità di memorizzazione logicamente ordinata e abilità di espressione orale.
Questo è un modello che spreca, in gran parte, le risorse formative della disciplina.
All'opposto c'è il modello della mediazione didattica. In esso il manuale non è il principale né tantomeno l'unico strumento per l'apprendimento, il quale avviene principalmente per mezzo di esercitazioni scritte e pratiche condotte dall'allievo su testi storici didatticamente attrezzati ovvero simulando una ricerca storica condotta su un repertorio di fonti selezionate con criteri didattici.
Il docente, insomma, è l'unico professionista la cui professione è caratterizzata dalla capacità di svolgere la mediazione tra il sapere esperto e lo studente in via di formazione, e dalla competenza a trasformare il sapere specialistico in sapere didatticamente attrezzato sul quale, attraverso una serie di azioni didatticamente mirate, condurre gli alunni a compiere le operazioni cognitive necessarie a costruire la conoscenza storica.
3b. Apprendimento come costruzione della conoscenza
Il luogo di formazione della cultura storica è naturalmente la scuola in quanto sede primaria della maturazione mentale di bambini, adolescenti, giovani.
La formazione culturale è un percorso lungo e complesso che non è in alcun modo riducibile all'accumulazione di nozioni e di concetti. Un'autentica formazione culturale consegue a un processo in cui vengono messe in gioco competenze, nozioni, concetti, metacompetenze. Per questo, il processo di apprendimento scolastico va concepito con tali finalità e l'azione didattica va programmata e attuata in un tale quadro pedagogico. Bisogna elaborare curricoli, programmazioni didattiche, unità di apprendimento, pensate per stimolare, favorire, aiutare, provocare i processi di apprendimento attraverso la costruzione delle conoscenze.
Il punto di svolta sta nel non fornire all'allievo la conoscenza bella e pronta da imparare, bensì nel metterlo in condizione di poter costruire la conoscenza appresa; solo così sarà costretto ad utilizzare specifiche abilità cognitive via via più complesse a mano a mano che aumenterà il grado di difficoltà delle conoscenze da costruire.
La mediazione didattica tra il sapere esperto e lo studente con i suoi bisogni cognitivi va fondata sulla mimesi del percorso di costruzione della conoscenza storica esperta. Siccome lo storico costruisce la conoscenza storica conducendo l'analisi e l'interpretazione delle fonti e dei fatti attraverso l'applicazione degli operatori cognitivi della storiografia, così lo studente costruisce la propria conoscenza storica smontando il testo storico in cui è stata cristallizzata la conoscenza esperta ripercorrendo il percorso cognitivo dello storico e riconoscendo gli operatori storiografici utilizzati.
In questo modo egli si impadronisce dell'essenza complessa della conoscenza storica non limitandosi alla memorizzazione, spesso parziale, di fatti, concetti e interpretazioni.
3c. Dal presente al passato e ritorno al presente
La ricerca storiografica, tutta la ricerca storiografica, trae origine dal presente. Non solo, com'è naturale, la scelta del tema indagato nasce dagli interessi intellettuali dello storico di oggi, ma anche e soprattutto le modalità dell'indagine, le categorie interpretative, le forme della comunicazione dei risultati, l'intera indagine sono fortemente influenzate dalle scelte intellettuali dello storico e del mondo in cui egli vive e per cui egli conduce le sue ricerche e a cui si rivolge quando pubblica i suoi testi conclusivi.
Tra gli elementi che compongono la conoscenza storica un posto determinante occupano proprio quelli che derivano direttamente dal presente: le attribuzioni di significato, le concettualizzazioni, le valutazioni, i giudizi, le ipotesi problematiche, le ipotesi di spiegazione.
E nel presente viene utilizzata la conoscenza storica. Anzi, per dir meglio: la formazione di una cultura storica ha proprio la funzione di favorire grandemente la comprensione del presente, del mondo attuale.
La mediazione didattica deve tenere in gran conto il ruolo del presente nel processo di costruzione delle singole conoscenze storiche e in quello di formazione della cultura storica dell'allievo. Ogni curricolo e ogni unità d'apprendimento partirà dal presente per motivare e giustificare lo studio del passato e si concluderà con azioni esemplificative di applicazione delle conoscenze storiche apprese in una lettura del presente.
3d. Insegnare ad apprendere il testo storico
Nel testo storico si trova cristallizzata la conoscenza storica cui è pervenuta la ricerca specialistica.
Esso ha una struttura comunicativa specifica che risponde alle caratteristiche dell'oggetto trattato: narrativa se vengono presentati gli avvenimenti, descrittiva se si tratta del contesto in cui essi sono inseriti, argomentativa se si illustra la spiegazione fornita dallo storico ai problemi che egli stesso ha individuato.
Sottesa al testo, prima della comunicazione, è la struttura funzionale della conoscenza storica costruita dal ricercatore mediante l'analisi delle fonti e delle informazioni raccolte sul passato; per condurre tale complessa operazione ha dovuto usare gli organizzatori cognitivi specifici della storiografia: gli operatori temporali soprattutto, ma anche quelli spaziali, e le categorie della permanenza e del mutamento.
Si può, anzi si deve, se si vuole mirare alla formazione di una cultura storica non superficiale, condurre lo studente a comprendere l'essenza profonda del testo storico cogliendone la struttura comunicativa, riconoscendone la struttura funzionale, in modo che giunga per una sua strada autonoma alla conoscenza storica presentata nel testo. Per far questo è necessario trasporre il testo esperto in un testo funzionale alle operazioni della mediazione didattica: non solo con un linguaggio accessibile agli studenti, ma anche e soprattutto arricchito e intrecciato di esercitazioni graduate che costituiscano un vero e proprio percorso operativo dell'apprendimento.
3e. La ricerca storico-didattica
Se si vuole che gli studenti conseguano una educazione/cultura storica non basta che apprendano conoscenze storiografiche, occorre anche sollecitarli ad operare con le fonti di informazioni sul passato e con le categorie analitiche appropriate in modo da far sperimentare loro i procedimenti di ricostruzione del passato. A questi fini la ricerca storico-didattica diventa una necessità pedagogica. Per essere un efficace mezzo di formazione la ricerca storico-didattica non deve necessariamente essere conforme alla ricerca professionale e ricalcarne esattamente le fasi di svolgimento, l'imprevedibilità e l'originalità dei risultati. Non si tratta infatti di iniziare gli studenti al mestiere dello storico, ma di plasmare uno stile cognitivo costruendo l'attrezzatura mentale che serve per esercitarlo. Bisogna allestire le condizioni opportune affinché i ragazzi siano capaci di produrre informazioni da fonti relative ad un tema determinato e di elaborarle in conoscenze del passato. Il raggiungimento di questo obiettivo non viene negato se la ricerca storico-didattica presenta scarti rispetto alla ricerca professionale. L'esigenza didattica legittima che l'insegnante operi in modo da far saltare certe tappe (che lui stesso compirà per conto degli allievi) e da ingrandire certe altre allo scopo di far apprendere abilità, capacità e coscienza delle procedure. Perciò non è illecito promuovere ripetute esercitazioni su fonti preselezionate, trattate e strutturate. L'importante è che gli studenti possano provare atteggiamenti cognitivi funzionali alla produzione di conoscenze. Per questi motivi può essere considerata più adeguata alla effettiva agibilità scolastica una concezione di ricerca storico-didattica che includa ogni attività diretta a raccogliere informazioni dalle fonti secondo procedimenti appropriati a fondare una conoscenza di tipo storiografico del passato.