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Uno sguardo sui Balcani
GUIDO FRANZINETTI, I Balcani: 1878-2001 , Carocci, Roma, 2001
Recensione di Dario Gualtieri (3.05.2007)
Franzinetti intitola questo agile manuale I Balcani:1878-2001: titolo coinciso ma che comunque rispetta tutti i criteri di chiarezza necessari per la formulazione di un buon titolo di un’opera storiografica. La prima parte, “I Balcani”, già ci fornisce l’oggetto, e, naturalmente, la delimitazione geografica della ricerca, mentre le due date “1878-2001” ci indicano il periodo analizzato. L’opera è un manuale di storia generale e quindi l’autore non ci indica un preciso punto di vista, d’analisi, nel titolo; anche perché è già la collana in cui è incluso il libro (Le bussole dell’editore romano Carocci), a suggerire che si tratta di un’opera dal taglio generalista.
L’opera si apre con una prefazione densa d’importanti indicazioni. In primo luogo Franzinetti ci parla della regione balcanica, della genesi di questa definizione e di come ancora oggi espressioni come Balcani, balcanico, balcanizzazione suscitino nella maggior parte di noi una serie di pregiudizi negativi. Ecco quindi che Franzinetti ci dice che lo scopo del libro è quello di far dimenticare l’idea stereotipa dei Balcani: “terra di nessuno tra l’Occidente e l’Oriente, una regione segnata da linee di frattura secolari (se non millenarie), schiacciata dal fardello di un passato opprimente [la dominazione ottomana], e come eterno focolaio degli ‘odi ancestrali’ dei suoi diversi gruppi etnici”, e ci restituisce un’immagine della regione per quella che è, e cioè di “una regione che sta faticosamente emergendo dalla marginalità storica”.
Dopo averci esposto le motivazioni che lo hanno spinto a scegliere questo oggetto di studio, l’autore continua la tematizzazione dell’argomento trattato fornendoci informazioni circa le tre dimensioni in cui si definisce la materia analizzata. Veniamo così a conoscenza dei confini geografici che Franzinetti attribuisce alla regione balcanica che, diversamente dalla norma, in questo caso non includono la Romania (esclusione giustificata con la tesi che i territori romeni vengono di solito considerati parte dei Balcani solo a causa della partecipazione romena alle guerre balcaniche del 1912-1913). E perché abbia deciso di focalizzare l’indagine sul periodo 1878-2001. Il 1878 è una data fondamentale: con il Congresso di Berlino, infatti, le potenze occidentali sanciscono la fine della lunga dominazione ottomana sui Balcani, iniziando a considerare, per la prima volta da secoli, la regione come parte dell’Europa, proprio nella misura in cui i vari stati che al tempo la componevano si adeguano al principio di “stato nazionale”. Il 2001 (anno in cui si svolgono le prime azioni di guerriglia armata albanesi in Macedonia, e, quindi, fino a pochi mesi prima della pubblicazione del libro), proprio perché il suo interesse fondamentale è quello di fornire al lettore una storia della regione obiettiva e depurata da tutti i pregiudizi che caratterizzano l’opinione occidentale sui Balcani; una storia che aiuti a capire le varie cause dei drammatici avvenimenti accaduti nella regione negli anni novanta del secolo scorso. Riguardo alla focalizzazione o punto di vista, nella prefazione Franzinetti ci informa che ha escluso dall’analisi alcune tematiche importanti, come quella delle relazioni internazionali. Questa omissione è giustificata da due ordini di motivi: il primo è che la sintesi è troppo breve per poter trattare compiutamente tutti gli aspetti della storia balcanica durante il periodo prescelto; il secondo motivo è che da sempre esistite una dimensione internazionale e strategica dei problemi balcanici, ma che per meglio conoscerla bisogna studiare i veri soggetti della politica e dell’economia mondiale e non “una regione che è rimasta per secoli alla periferia del mondo moderno”.[2]
Nella prefazione non è presente una periodizzazione ricapitolativa dei fatti ricostruiti nell’intera opera, ma c’è una breve sintesi nel capitolo introduttivo riguardante il periodo di dominazione ottomana della regione e di cui Franzinetti individua i tre nodi fondamentali (crisi del sistema imperiale ottomano nel XVIII secolo, mutamenti avvenuti con la fine della guerra russo-turca del 1768-1774 e, infine, le riforme ottomane dell’età del Tanzimat).
Analisi della struttura dell’opera
Il testo è composto da una prefazione dell’autore seguita da una introduzione, di cui si è appena accennato, intitolata “I Balcani nell’epoca ottomana” che espone molto sinteticamente le caratteristiche del governo ottomano sulla regione sottolineando quanto l’eredità di questo abbia influenzato le successive vicende degli stati e dei popoli balcanici. Dopo l’introduzione ci sono quattro capitoli che rappresentano le quattro fasi più importanti della regione dal 1875 al 2001, a loro volta suddivisi in sottocapitoli, questi sono composti da paragrafi, che illustrano i processi e gli avvenimenti fondamentali del periodo trattato dal capitolo. In breve: l’autore divide la materia trattata in cinque macro-sezioni (introduzione più i quattro capitoli) secondo un criterio che evidenzia le principali evoluzioni politiche della regione, cioè le cesure tra capitolo e capitolo sono definite da un cambiamento o accadimento politico che, di volta in volta, bene o male, coinvolge tutta la regione. Questo si evince chiaramente leggendo i titoli che Franzinetti ha dato ai vari capitoli, e cioè: “i Balcani nell’epoca ottomana”, “la dissoluzione ottomana”, “le vie nazionaliste (1918-1945)”, “le vie comuniste (1945-1990)” e “i Balcani e il postcomunismo (1990-2001)”. Ogni capitolo è a sua volta suddiviso in sottocapitoli che prendono in esame ognuno una sezione del periodo esaminato nel contesto del capitolo; per esempio vediamo che il secondo capitolo, “le vie nazionaliste (1918-1945)”, è composto da due sottocapitoli di cui il primo si occupa del periodo tra il 1918 e il 1945 ed è intitolato “i Balcani tra le due guerre (1918-1938)” e il secondo, “La seconda guerra mondiale nei Balcani (1939-1945)”, tratta la parte restante dell’arco temporale esaminato nel capitolo in questione. Dall’esempio appena fatto salta subito agli occhi come, anche per i sottocapitoli, il criterio di suddivisione sia quello che abbiamo prima individuato con i capitoli, e cioè cronologico-politico. L’ultimo livello di partizione è quello costituito dai paragrafi che, sottostando ad una cornice comune definita dall’evoluzione politica della regione nel segmento cronologico di pertinenza del proprio sottocapitolo, si susseguono rispettando generalmente lo schema che abbiamo già visto nelle suddivisioni maggiori (capitoli, sottocapitoli) e cioè nell’applicazione di un criterio cronologico che scinde la materia trattata in vari paragrafi che trattano di un definito periodo di tempo giustificato dalla presenza di un avvenimento o evoluzione di tipo politico nella zona geografica coinvolta.
L’ultima rilevazione da fare riguardo alla struttura tematica dell’opera è che alla fine di ogni capitolo si trova un’utilissima sezione intitolata “per riassumere...” dove l’autore sintetizza ed espone, sempre in ordine cronologico, i fatti e le vicende principali trattate dal capitolo. L’importanza di questa periodizzazione ricapitolativa è duplice: da un lato facilita
l’individuazione e l’assimilazione delle informazioni fondamentali e, dall’altro, aiuta lo specialista, o comunque il lettore attento, a capire meglio le intenzioni dell’autore evidenziando gli assi portanti, i nodi centrali, su cui si sorregge l’argomentazione. Da qui e dall’analisi dell’impianto strutturale dell’opera, dove è sottolineata fortemente l’importanza che l’autore attribuisce all’evoluzione politica della regione (molto più che all’aspetto economico, o sociale), si scorge chiaramente la coerenza dello svolgimento della narrazione ai postulati esposti nella prefazione. Franzinetti ci dice che vuole restituire ai Balcani la loro “vera” storia, renderci un’immagine della regione depurata dagli stereotipi che la cultura occidentale ha fabbricato su di essa. Vuol mostrare che ci sono motivazioni storiche concrete che possono aiutarci a capire i tremendi fatti della guerra di Jugoslavia e del Kosovo, e in questo il suo tipo d’analisi, basata principalmente sugli aspetti politico-sociali della storia della regione, riesce perfettamente.
[1]Franzinetti G., I Balcani:1878-2001, Roma, Carocci, 2001, p. 7.
[2]Ibid., p. 8.