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Elenco Pagine
- Un appello pubblico per salvaguardare l'insegnamento della storia nelle scuole italiane.
- 21 novembre 2013. Milanosifastoria. Presentazione del programma.
- Una petizione contro il reato di negazionismo. L'adesione di Clio '92
- Novembre 2015. Milanosifastoria - Seconda edizione dedicata alla storia del lavoro
PER LA SALVAGUARDIA DELLA DEMOCRAZIA E DELLA LIBERTÀ DELLA CULTURA IN TURCHIA
Clio '92 (1998) è una associazione di insegnati e ricercatori (uomini e donne) sulla didattica della storia. Il nostro impegno è legato al rinnovamento dell' insegnamento e dell'apprendimento della storia, al suo essere sempre più uno strumento per la comprensione delle società umane nel loro divenire nel tempo. Abbiamo imparato che la storia perché abbia significato deve occuparsi non solo del passato, ma del presente con una tensione progettuale verso il futuro. E che questo sguardo è parte essenziale della formazione nostra e dei nostri allievi e allieve: l'esercizio quotidiano della cittadinanza attiva, responsabile, solidale è compito anche dell' istituzione scolastica, soggetto indispensabile di ogni società libera e democratica.
Libertà e democrazia che sono radicalmente messe in discussione, violate, negate dalle epurazioni sistematiche che il presidente Erdogan e il governo turco stanno perpetrando senza nessun rispetto per la legalità, offendendo la sensibilità democratica di ognuno di noi e portando la Turchia verso un regime sempre più autoritario e verso la dittatura.
Perciò l'Associazione "Clio'92" aderisce all' APPELLO PER LA SALVAGUARDIA DELLA DEMOCRAZIA E DELLA LIBERTÀ DELLA CULTURA IN TURCHIA e ne condivide contenuti e proposte.
In particolare, crediamo indispensabile e urgente che i governi nazionali, l'Unione Europea, le autorità internazionali, i diversi soggetti che formano le società civili dei paesi democratici esprimano la ferma condanna della violazione dei diritti umani e della repressione violenta in atto in Turchia, contro le disposizioni e le scelte del presidente turco Erdogan che negano libertà, democrazia, stato di diritto.
Oggi sono in pericolo la vita e la vita democratica in Turchia. Ne avvertiamo con tristezza, amarezza e rabbia il peso e la gravità: la vita e la democrazia ci riguardano.
Vogliamo ricordare le parole del poeta turco Nazim Hikmet (1902-1963) e condividerle con la sua speranza.
Nasceranno da noi
uomini migliori.
La generazione
che dovrà venire
sarà migliore
di chi è nato
dalla terra,
dal ferro e dal fuoco.
Senza paura
e senza troppo riflettere
i nostri nipoti
si daranno la mano
e rimirando
le stelle del cielo
diranno:
«Com'è bella la vita!»
Intoneranno
una canzone nuovissima,
profonda come gli occhi dell'uomo
fresca come un grappolo d'uva,
una canzone libera e gioiosa.
Nessun albero
ha mai dato
frutti più belli.
E nemmeno
la più bella
delle notti di primavera
ha mai conosciuto
questi suoni
questi colori.
Nasceranno da noi
uomini migliori.
La generazione
che dovrà venire
sarà migliore
di chi è nato
dalla terra,
dal ferro e dal fuoco.
APPELLO PER LA SALVAGUARDIA DELLA DEMOCRAZIA E DELLA LIBERTÀ DELLA CULTURA IN TURCHIA
Non abbiamo atteso il golpe del 15 luglio, mancato o finto che sia, per dubitare della qualità della democrazia nella Turchia di Erdogan. Ma gli eventi seguiti al colpo di Stato, negli ultimi giorni, hanno una gravità eccezionale, resa più inquietante dal silenzio della "comunità internazionale" e in particolare delle autorità dell'Unione Europea che recentemente, non contente di pagare Ankara con una cifra spropositata per chiederle di bloccare i migranti, hanno ritenuto opportuno riaprire la procedura di ingresso della Repubblica Islamica di Turchia nell'Unione. Un atto che ha suscitato non poche perplessità in relazione agli attacchi alla libertà di espressione del pensiero, in ogni sua forma, che Erdogan e i suoi governi praticavano da mesi con chiusura di giornali di opposizione, incarceramenti, uccisioni, al di fuori di qualsivoglia legittimità. Senza parlare dell'arroganza con cui respingeva ogni richiesta di riconoscimento di un fatto storico accertato, il genocidio degli armeni, o del non troppo lontano sostegno all'Isis, o della persistente politica di persecuzione del popolo curdo.
Ebbene, negli ultimi giorni, con il pretesto del colpo di Stato, Erdogan ha messo in atto la più feroce, sistematica azione combinata di repressione/prevenzione che si ricordi nella storia recente del mondo. Epurazioni di massa (sulla base di liste evidentemente già pronte), imprigionamenti, uccisioni, sospetti suicidi, e minacce, in un clima di caccia alle streghe che rinvia a tristi precedenti storici.
Noi non entriamo nel merito delle responsabilità del golpe, ma riteniamo che l'UE, le nazioni che si dichiarano democratiche, l'ONU, non possano rimanere inerti e silenti.
Noi sottoscritti, docenti universitari, in particolare, e uomini e donne che lavorano nella formazione, nell'organizzazione culturale, nell'informazione, esprimiamo la più ferma condanna dell'azione volta a mettere sotto tutela l'intera università turca e gli altri apparati, pubblici e privati, culturali e di formazione dell'opinione pubblica: ricordiamo che tutti i docenti turchi hanno ricevuto il divieto di espatrio, tutti i decani (1577) sono stati sospesi, come è stato per 15.200 docenti di scuola, funzionari e, ancora, magistrati, militari, poliziotti, quando non sono stati semplicemente licenziati, o peggio: arrestati e gettati in condizioni disumane in carceri di fortuna, denudati, ammanettati, malmenati.
Con il pretesto del colpo di Stato, in sintesi, Erdogan, già presidente autoritario, sta trasformando la Turchia in una vera e propria dittatura, con l'aggravante del connotato islamista, come la minaccia del velo obbligatorio per le donne lascia temere.
Noi sottoscritt* chiediamo a tutta la comunità intellettuale di far sentire la propria voce, esercitando ogni pressione sulle autorità accademiche nazionali ed europee, perché esse premano sulle autorità politiche italiane, comunitarie e internazionali, facendo cessare immediatamente l'odiosa, violenta, inaccettabile azione di Recep Erdogan contro la cultura, contro la scuola e l'università, e contro ogni forma di Stato di diritto e di democrazia in Turchia.
Segreteria e Consiglio Direttivo
Associazione Clio ‘92
26 luglio 2016