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Quaderni di Clio '92 n. 8

PRESENTAZIONE DI MAURIZIO GUSSO

I Quaderni di Clio '92 N.8Questo numero de I Quaderni di Clio ‘92 è dedicato all’interdisciplinarità fra storia e musica, un territorio affascinante, ma non ancora molto esplorato dagli insegnanti.

I testi pubblicati si riallacciano ai laboratori tenuti dagli autori nei gruppi di approfondimento per ciclo scolare del XII Corso di aggiornamento sul curricolo delle operazioni cognitive e delle conoscenze significative in storia I suoni della storia. Sentire, leggere e comprendere musica e storia della Scuola Estiva di Arcevia (Ancona) del 2007[1]. Le relazioni metodologiche del Corso e le sintesi dei lavori dei gruppi sono state pubblicate nella seconda parte del volume degli atti dei due seminari di formazione della Scuola estiva del 2006[2], che rappresenta un’utile lettura integrativa di questo quaderno, insieme al libro degli atti del seminario di formazione della Scuola Estiva del 2005[3], ossia della prima iniziativa dedicata da Clio ’92 specificamente a musica e storia.

Le quattro parti in cui il quaderno si articola corrispondono sostanzialmente ad altrettanti passaggi chiave nel curricolo verticale di storia proposto da Clio ‘92[4]:

  • i copioni, a cui sono dedicati gli scritti di Elita Maule e Luciana Coltri;
  • i quadri di civiltà, a cui rinvia il testo di Giulio Ghidotti e Stefano Rocchetti;
  • i processi di trasformazione, su cui è incentrato il saggio di Paola Besutti e Maria Teresa Rabitti;
  • l’approccio per temi/problemi, a cui si può ricondurre il mio contributo finale.

Tutti i testi, pur essendo leggibili autonomamente, dialogano idealmente con i contributi teorici e metodologici delle due ultime Scuole Estive di Arcevia.

I contributi di Elita Maule e Luciana Coltri, che si possono utilmente integrare con uno scritto precedente di Elita Maule[5], prendono le mosse da un laboratorio per la scuola dell’infanzia e primaria, un interessante studio di caso sulla costruzione dei copioni sonori relativi alle modalità di fare il bucato oggi e al tempo dei bisnonni, come indicatori di quadri di civiltà e come prima tappa per prendere coscienza dei mutamenti del paesaggio sonoro. Risulta, così, evidente come l’approccio per copioni possa innescare quelli per quadri di civiltà e per processi di trasformazione.

Il testo di Giulio Ghidotti e Stefano Rocchetti, che approfondisce un loro contributo precedente[6], trae origine da un laboratorio per la scuola primaria, incentrato sulla presa di coscienza degli stereotipi relativi a una supposta ‘primitività’ della musica del Paleolitico superiore e sulla ricostruzione - in uno spazio laboratoriale (“Caverna sonora”) di manipolazione di materiali sonori - di un paesaggio sonoro, inteso come indicatore del quadro di civiltà dell’Età della Renna, a partire dalle fonti della storia locale, dalla visita a un Museo del territorio (il Museo Archeologico Statale di Arcevia), per giungere alla costruzione di un poster storico-sonoro del quadro di civiltà considerato.

Il saggio di Paola Besutti e Maria Teresa Rabitti, che si può utilmente integrare con altri loro scritti precedenti[7], approfondisce un laboratorio per la scuola secondaria di primo grado, incentrato sul processo di trasformazione, in Italia, della musica di corte signorile rinascimentale nell’opera lirica secentesca, settecentesca e ottocentesca, connesso al passaggio dal teatro di corte ‘aristocratico’ cinquecentesco al teatro pubblico ‘borghese’ dell’Italia unita, mediante il ricorso all’ascolto e all’analisi di  fonti primarie (musicali, iconiche, scritte) e secondarie, alla descrizione e al confronto degli stati di cose all’inizio e alla fine del processo e alla sua problematizzazione, ricostruzione, periodizzazione e spiegazione.

Nel gruppo di approfondimento per la secondaria di secondo grado e l’educazione degli adulti del 28-29 agosto 2006, per lasciare più tempo ai laboratori condotti da Maurizio Disoteo e Leonardo Rossi[8], Maurizio Gusso si era limitato a proporre ai corsisti l’ascolto di alcune canzoni e biografie di cantautori significative per i loro caratteri plurilingui e multiculturali. Da una più ampia ricerca didattica in corso, nell’ultimo contributo del quaderno estrapola alcuni studi di casi dei rapporti fra canzoni/cantautori e politica nei processi di democratizzazione dei regimi autoritari e totalitari, riconducibili al percorso metodologico fonte – serie – contestualizzazione storica e all’approccio per temi e problemi. Per esempio: come mai una canzone metaforica di un cantautore catalano viene prima censurata dal regime franchista e reinterpretata dal pubblico popolare catalano come un inno antifranchista e successivamente - con la stessa musica, ma con nuove parole - viene adattata da un cantautore polacco, diffidente verso i movimenti di massa, fino a essere reinterpretata in chiave ottimistica (non senza qualche censura) dagli oppositori allo stato marziale introdotto dal generale Jaruzelski e adottata da Solidarność come segnale della radio clandestina?

Nel complesso, gli scritti del quaderno spaziano temporalmente dalla preistoria all’età moderna e contemporanea e al presente, ma oltrepassano i confini del curricolo verticale di storia in quanto si occupano anche della dimensione orizzontale del curricolo, ossia quella dell’interdisciplinarità, e più in particolare della ‘complicità’ fra storia, geografia, scienze sociali, musica, arti, letterature e lingue italiana e straniere e le educazioni al patrimonio, alla cultura delle differenze e alla cittadinanza in dimensione locale, nazionale, europea e planetaria.

Gli approfondimenti di geostoria della musica e dei generi musicali spaziano dai paesaggi sonori dell’Età della Renna (Paleolitico superiore) nell’Arceviese all’evoluzione, in Italia, dalla musica di corte rinascimentale all’opera lirica dei secoli XVII, XVIII e XIX, dagli usi pubblici di alcune canzoni di cantautori catalani e polacchi ai mutamenti nei paesaggi sonori del fare il bucato dal tempo delle lavandaie a quello attuale delle lavatrici, testimoniati anche da danze, canzoni popolari e cantilene dei giochi infantili.

La ‘complicità’ fra musica e storia diventa reciprocità e convergenza di sguardi grazie a metodologie interdisciplinari estensibili anche ad altre discipline, come la didattica laboratoriale e multimediale, la critica delle fonti, l’intreccio di diversi tipi di fonti e di loro usi didattici, il passaggio graduale da un approccio predisciplinare a uno disciplinare e interdisciplinare e l’equilibrio dinamico fra specificità disciplinari, ‘trasversalità’ delle ‘educazioni’ e forme di interdisciplinarità più circoscritte e fini.

Ogni ricerca didattica è come una ciliegia: una tira l’altra e l’appetito vien mangiando. Buona degustazione!

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Aa. Vv. (2005), Far sentire la storia. Musica, suoni, discorsi per fare, insegnare e apprendere la storia, a cura di Guanci V. e Santini C., Faenza (RA), Polaris.

Aa. Vv. (2006), Intrecci di storie. Patrimonio, storia, musica, a cura di Rabuiti S., Santini C. e Santopaolo L., Faenza (RA), Polaris.

Besutti P. (2006), I teatri e l’opera in musica: ‘vere presenze’ per lo studio dell’età moderna, ivi, pp. 225-238.

Besutti P., Rabitti M.T. (2006), Dalla musica di corte all’opera lirica tra XVII e XIX secolo nella società italiana, ivi, pp. 285-289.

Clio ’92 (2000), Tesi sulla didattica per la storia, in I Quaderni di Clio ’92, n. 1, pp. 11-34, scaricabile dal sito www.clio92.it .

Disoteo M., Gusso M., Rossi L. (2006), Storie cantate. Un approccio storico-interdisciplinare a fonti musicali italiane ed europee del secondo dopoguerra, in Aa. Vv., 2006, op.cit., pp. 291-300.

Ghidotti G., Rocchetti S. (2006), Alle origini della musica: sentire la preistoria, ivi, pp. 279-289.

Maule E. (2006), Paesaggi sonori e musicali nei copioni, ivi, pp. 269-277.


[1]Il corso, promosso da Clio ’92, Comune di Arcevia – Assessorato alla Pubblica Istruzione, Istituto Comprensivo di Arcevia e scuole in rete, Centro Audiovisivo Multimediale Distrettuale di Arcevia, IRRE Marche, Istituto Regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche, Provincia di Ancona, Ufficio Scolastico Regionale per le Marche e ANPI di Arcevia, si è svolto ad Arcevia (AN) il 28, 29 e 30 agosto 2006.

[2]Aa. Vv. (2006), Intrecci di storie. Patrimonio, storia, musica, a cura di Rabuiti S., Santini C. e Santopaolo L., Faenza (RA), Polaris, pp. 187-300.

[3]Aa. Vv. (2005), Far sentire la storia. Musica, suoni, discorsi per fare, insegnare e apprendere la storia, a cura di Guanci V. e Santini C., Faenza (RA), Polaris.

[4]Clio ’92 (2000), Tesi sulla didattica per la storia, in I Quaderni di Clio ’92, n. 1, pp. 14-34, scaricabile dal sito www.clio92.it all’indirizzo.

[5]Maule E. (2006), Paesaggi sonori e musicali nei copioni, in Aa. Vv. (2006), op.cit., pp. 269-277.

[6]Ghidotti G., Rocchetti S. (2006), Alle origini della musica: sentire la preistoria, ivi, pp. 279-289.

[7]Besutti P. (2006), I teatri e l’opera in musica: ‘vere presenze’ per lo studio dell’età moderna, ivi, pp. 225-238; Besutti P., Rabitti M.T. (2006), Dalla musica di corte all’opera lirica tra XVII e XIX secolo nella società italiana, ivi, pp. 285-289.

[8]Disoteo M., Gusso M., Rossi L. (2006), Storie cantate. Un approccio storico-interdisciplinare a fonti musicali italiane ed europee del secondo dopoguerra, ivi, pp. 291-300.

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