Diventa socio
Elenco Pagine
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- La formazione iniziale e in itinere dei docenti
- Tra letteratura e storia al Premio Campiello 2007
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- Tra autobiografia e storia
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- Il museo come scuola
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- Per una pedagogia del patrimonio culturale
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- Storia del Partito d'Azione
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- Tra ricerche e letture. Il pensiero di Morin.
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- Processo all'Olocausto
- Storia di bambini in guerra
- Storia sociale dell'impero romano
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- Cercare un altro mondo
- Tre punti di vista diversi sulla formazione
- L'apprendista insegnante
- Le associazioni disciplinari e i nuovi programmi
- Osservare per educare
- Storia delle stagioni balneari dalle origini ai nostri giorni.
- Uno sguardo sui Balcani
Storia sociale dell'impero romano
P.GARNESEY, R.SALLER, STORIA SOCIALE DELL'IMPERO ROMANO, ECONOMICA LATERZA, BARI 2003
RECENSIONE DI GIULIO GHIDOTTI
E' molto probabile che la riedizione di questo volume nella collana "Economica Laterza", a quattordici anni dalla prima pubblicazione in quella dei "Manuali Laterza", non avrebbe attirato la mia attenzione se, da almeno un paio d'anni, da più parti non si fosse reintrodotto e riutilizzato il concetto di "impero" per interpretare la presenza economica-politica-militare degli Stati Uniti nell'attuale scenario mondiale, a tal fine comparando assetti ed elementi di questa formazione politica del presente a quelli dell'impero romano.
Mi è bastato però aprire il volume e leggere le prime righe della prefazione per indurmi a pensare che questo testo avrebbe potuto essere utilizzato come modello esperto di un formato di conoscenza storica diverso rispetto a quello del canone manualistico.
Scrivono infatti P.Garnesey e R.Saller (l'uno insegnate di History of Classical Antiquity all'Università di Cambridge, l'altro insegnante e rettore dell'Università di Chicago):
L'impero romano al suo culmine, nel periodo del principato (dal 27 a.C. all'anno 235 circa), comprendeva vaste regioni di tre continenti, l'Europa, l'Africa e l'Asia. Esso racchiudeva innumerevoli culture, lingue, climi e regimi alimentari; comprendeva tribù nomadi e agricoltori stanziali, primitivi esseri tribali e uomini colti, briganti e filosofi platonici. Come era governato? Quali erano le forze di coesione che lo tenevano insieme? Quale fu il risultato del confronto tra istituzioni imperiali e locali, tra usanze e valori nell'ambito delle province? In che modo la società e la cultura della stessa capitale imperiale si adattarono a influenze straniere (in particolare greche e orientali) e alle esigenze degli imperatori? Che differenza fece per i romani, gli italici e i provinciali che una monarchia prendesse il posto di una oligarchia?
Una puntuale periodizzazione, la determinazione spaziale, l'impiego di tutta una serie di concetti interpretativi, l'esplicitazione di problemi, manifestano immediatamente l'ottica con cui gli autori affronteranno in modo innovativo la storia dell'impero romano.
Opzioni accompagnate da una precisa consapevolezza:
Questa non è una storia tradizionale dell'impero romano.La struttura è tematica, non cronologica , e gli argomenti consueti della storia romana (la politica e al costituzione, l'amministrazione centrale e l'esercito) non costituiscono il centro dell'attenzione, ma sono integrati in uno studio complessivo della società di Roma.Con "società di Roma" intendiamo la vita e la prospettiva politica, sociale ed economica, religiosa e culturale degli abitanti dell'impero romano.
Come non trovare promettente, in ottica Clio 92, una storia di Roma che si presenta con questa prospettiva?
Una storia cioè che si annuncia secondo i principi storiografici tante volte richiamati nei nostri incontri: storia come consapevole processo di costruzione della conoscenza, storia come quadro di civiltà, storia per temi e problemi, storia a diverse scale spaziali. storia come descrizione di assetti e situazioni.
Così gli autori articolano il libro in quattro parti.
Nella prima, da un lato connotano l'impero romano in questo periodo come "Un impero mediterraneo" (anche in rapporto alle sue periferie non mediterranee che saranno protagoniste invece nel periodo successivo) e, dall'altro, connotano come "Governo senza burocrazia" i rapporti tra amministrazione centrale e amministrazione periferica.
E' appunto il rapporto centro/periferia che costituisce il principale strumento analitico usato dagli autori per articolare anche i temi affrontati nelle parti successive del libro, e cioè l'economia, la società, la religione e la cultura dell'impero romano, impero "al suo culmine, nel periodo del principato (dal 27 a.C. all'anno 235 circa)" .
Un motivo in più per prendere in considerazione questo volume sono le parole che P.Garnesey e R.Saller usano per concludere la prefazione:
D'altra parte non pretendiamo certo di offrire un'informazione completa. Il libro è particolare nel senso che la scelta dei temi e della documentazione è influenzata dai nostri interessi e dalle nostre aree di competenza. Il tentativo sarà stato utile se nell'operazione saremo riusciti ad ampliare i confini convenzionali della storia romana e avremo stimolato il pensiero e l'immaginazione.
Una esplicitazione epistemologica che andrebbe apposta a grandi lettere su ogni libro di storia per segnalare il valore ed i limiti della conoscenza in questo come in tutti i campi del sapere.