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Elenco Pagine
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- Uno sguardo sui Balcani
Per una pedagogia del patrimonio culturale
LIDIA BRANCHESI (A cura di), IL PATRIMONIO CULTURALE E LA SUA PEDAGOGIA PER L'EUROPA., ARMANDO, ROMA 2006, Pagine 224, Prezzo € 25
di
Letizia Franceschetti
Armando Editore ha da poco pubblicato il libro Il patrimonio culturale e la sua pedagogia per l’Europa, curato da Lidia Branchesi per conto del Consiglio d’Europa e dell’INVALSI. L’opera rappresenta il frutto della ricerca valutativa sulle attività di pedagogia del patrimonio culturale promosse e realizzate dal Consiglio d’Europa a partire dal 1989, anno della prima classe del patrimonio “Reno senza frontiere”, fino alla più recente “l’Europa da una strada all’Altro”. Il volume oltre a esporre i risultati della ricerca contiene anche contributi di esperti che da anni si adoperano per incoraggiare l’uso del patrimonio culturale come fattore di integrazione sociale (si veda in particolare il saggio di F. Jurion De Wahha), di costruzione di identità personale e comunitaria — attraverso il riconoscimento e il rispetto delle diversità — e di conseguimento della cittadinanza democratica (si veda in particolare il saggio di T. Copeland). Ma anche come contributo alla costruzione della personalità dei giovani in formazione.
In più saggi si ricorda come l’esperienza diretta e la sperimentazione attiva sul terreno - che i progetti favoriscono e incoraggiano e che sono la caratteristica propria dell’approccio al bene culturale - abbiano contribuito in modo rilevante a fare sviluppare nei ragazzi una mentalità creativa, un pensiero originale, una capacità di analisi e di critica, tutte abilità difficili da acquisire con le metodologie tradizionali.
La pedagogia del patrimonio, come ricorda S. Grappin nel suo saggio, “impegna l’allievo in un processo che va dall’emozione alla creazione, passando per l’osservazione, la riflessione e l’assunzione di responsabilità” (p. 64); responsabilità questa nei confronti del patrimonio stesso e della sua trasmissione alle generazioni future.
La dimensione storica nei progetti, anche se non sempre dichiarata negli obiettivi, è intrinseca ad in ognuno di essi. Si ricorda che “in un periodo, come l’attuale, in cui tutto è dato in modo globale e sincronico, la pedagogia del patrimonio è uno strumento unico per far acquisire ai giovani in modo diretto e concreto un sapere e una dimensione storica” (p. 48).
Tra le attività promosse dal Consiglio d’Europa di cui si dà ampia documentazione, merita attenzione il progetto “La città sotto la città”, ovvero “la scoperta della città nelle sue stratificazioni storiche, attraverso la chiave di lettura privilegiata dell’archeologia. L’obiettivo era quello di stimolare allievi di 6-12 anni a scoprire la storia e lo sviluppo della città attraverso i secoli e ad acquisire consapevolezza, anche rispetto le scelte del futuro, della ricchezza e della fragilità del patrimonio culturale” (p. 163).
I contributi degli esperti e la ricchezza di informazioni rendono questo libro un utile strumento di sensibilizzazione nei confronti del patrimonio culturale e della sua pedagogia, non ancora sufficientemente accreditata sia come disciplina in sé, per educare al patrimonio, sia e soprattutto come strumento interdisciplinare interno al curricolo. “La pedagogia del patrimonio è trasversale per propria natura; è una zona di interazione e di confine tra patrimonio, educazione e cultura. Impegna di per sé alla collaborazione con altri settori e con altri progetti” (p. 53)
La sua diffusione e conoscenza presso gli insegnanti è più che auspicabile. La puntualizzazione dei concetti, le proposte e i suggerimenti, gli strumenti di valutazione, le metodologie esposte, possono essere di supporto e ausilio per coloro i quali da anni cercano di promuovere un insegnamento volto alla costruzione delle conoscenze capaci di promuovere anche la educazione al patrimonio culturale la coscienza civica.
Il testo è stato presentato a Roma il 15 maggio presso l'ex chiesa di Santa Marta in Piazza del Collegio Romano con un intervento tra gli altri di Ivo Mattozzi
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Maggio 2006