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Storia della vita della scuola a Bergamo
G. BERTACCHI, A. VENIERI, VITA DI SCUOLA. LA SCUOLA A BERGAMO DALLA FINE DELL’OTTOCENTO AGLI ANNI CINQUANTA
Prima parte, Associazione Editoriale Il Filo di Arianna, Bergamo, 2003, € 8,00
Segnalazione a cura di V. Guanci
L’Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura, Spettacolo e Turismo del Comune di Bergamo, dà alle stampe questo prezioso dossier ragionato e commentato di documenti sulla vita scolastica che si aggiunge alle ricerche che in questi anni recenti si stanno diffondendo un po’ dappertutto per recuperare gli archivi scolastici e altre fonti per la storia della scuola che altrimenti rischiano di andare distrutte.
“Vita di scuola” è solo la prima parte di un progetto intitolato a “La scuola a Bergamo dalla fine dell’Ottocento agli anni Cinquanta” che si prolungherà per altre tre parti dedicate alla condizione degli insegnanti (“Dietro la cattedra”), a quella degli studenti (“Dietro il banco”), a insegnanti e studenti contro il fascismo e nella Resistenza (“Tra rinnovamento e continuità”), più un’Appendice per schede bibliografiche e storiche, cronologie e quant’altro occora per contestualizzare la documentazione presentata nei quattro dossier. Il primo finora pubblicato ci introduce al tema, ponendo le questioni principali nella consapevolezza, come si legge nell’introduzione, che la ricerca si limita a “campionare alcuni aspetti e alcuni settori del tema generale” senza considerare, per esempio, “le scuole private (l’importanza di quelle confessionali nella ‘provincia bianca’ è troppo nota per richiedere particolari precisazioni) e tutta una serie di istituzioni e iniziative per l’istruzione e l’educazione, che costituiscono una parte essenziale del tessuto della società”.
Il dossier di documenti si snoda attraverso la seguente sottotematizzazione:
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“Il pezzo di carta”: pagelle, diplomi, ecc.
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“I libri di testo”: frontespizi di libri tra le due guerre, relazioni di docenti, direttori e presidi, circolari ministeriali e del provveditore. Colpiscono, in particolare, i documenti relativi all’applicazione delle leggi razziali. Per esempio, il 7 ottobre 1938 un preside scriveva al Regio Provveditore agli Studi di Bergamo: “Vi trasmetto un elenco degli autori di razza ebraica sostituiti con autori di razza ariana, comunicandoVi che in data odierna è stata spedita copia alla Segreteria della Federazione Nazionale Fascista Industriali Editori — Milano e al Presidente del Sindacato Fascista dei Commercianti del Libro presso l’Unione Fascista dei Commercianti di Bergamo” (p.35).
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“Legna da ardere, francobolli, inchiostro…”: le condizioni materiali in cui si fa scuola, dall’edilizia scolastica all’arredo.
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“Troppi alunni, troppo freddo (e non solo)”: la condizione degli alunni, in particolare i disagi patiti da insegnanti e scolari prima, durante e dopo la guerra.
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“Il tempo di guerra”: la scuola al servizio dell’impegno bellico. Come si educano bambini e ragazzi a combattere per la Patria. Come ci si attrezza per far fronte alle nuove condizioni determinate dalla guerra.
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“Scuola e fascismo, fascismo nella scuola”: la documentazione sulla fascistizzazione della scuola.
Una nota bibliografica completa il dossier, che, peraltro, data la ricchezza della documentazione non può non far pensare all’allestimento di una mostra che metta a disposizione del largo pubblico strumenti di riflessione su un tempo ancora abbastanza vicino da consentire proficue interazioni tra storia e memoria. Aspettiamo con interesse la pubblicazione delle altre parti; avremo allora davvero un significativo spaccato di storia della scuola bergamasca, che potrà fornire, oltre alle numerosissime informazioni in merito, non poche indicazioni metodologiche per altre auspicabili esperienze e attività del genere in altre parti d’Italia.
Il dossier può essere richiesto all’Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea — Via Tasso 4 — 24121 Bergamo, tel 035238849, fax 035220525, e-mail: isrecbg@iol.it